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Perché un'educazione sentimentale ci serve


Giulia Scandolara lettura dei tarocchi online, metodo ascoltarsi, ascolto online

"Vivo sempre lo stesso tipo di relazioni", mi dice Marta in una consulenza. "Per forza" – le rispondo. Se non conosci te stessa, e non comprendi come funzioni, resterai sempre lì, incastrata in quel modo di relazionarti."


Gli adulti non hanno voglia di capirsi, e dilaga la malattia mentale

Cosa fanno gli adulti, per nutrire il rapporto con sé, con gli altri e con il mondo?

Sono interessati a prendersi cura delle proprie emozioni, e dei sentimenti che provano?

A volte tempo di no.


Ogni giorno parlo con tantissimi clienti, tutti diversi tra loro.


Alcuni vogliono capirsi, e comprendere il mondo delle proprie relazioni. Altre persone, invece, vedono tutto ciò come un’inutile perdita di tempo.

 

Le persone che non vogliono farsi domande

Molti non vogliono farsi domande sul rapporto che hanno con sé, e con gli altri.


Cercano piuttosto di capire se – in quella specifica relazione e contingenza che vivono – possa esserci un accomodamento, una scorciatoia, qualcosa di pratico da fare e da spendere subito.


Non è semplice, prendersi la briga di aver cura della propria interiorità.

A nessuno viene automatico, decidere di occuparsi di sé. Questo perché, educarci, ascoltarci, per crescere, sono fatti culturali. E non naturali.


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La cura che hai di te si riflette sul tuo mondo

Le ripercussioni di chi non si cura di sé, del proprio rapporto con l’interiorità emotiva, sono infinite.


Non occuparsi del proprio mondo interiore, e della propria educazione sentimentale crea problemi. Tanti e diversi tra loro.

Occuparsi di te ha effetti nel tuo mondo privato ma anche su quello collettivo

Crea problemi nelle cerchie sociali più vicine a noi. E questo è il primo effetto. Mette in crisi e fa collassare le società.


Non ci pensiamo mai, ma, tutte le nostre decisioni, in merito all’educazione sentimentale, creano scenari di distruzione – femminicidi, violenza in senso ampio, bullismo – o creano orizzonti di vita – scelte consapevoli e sentite.


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Impara a curarti di te, a partire da dentro

Educarci a capire noi stessi, ascoltandoci, è un intento che modifica il tuo cervello e la tua vita, quando va verso gli altri (in pratica, sempre). Impatta tutto il nostro mondo, questo intento educativo del conoscersi, e guardarsi dentro.


Quando non c’è ascolto del tuo mondo interiore, di contro, tutto resta com’è. Tu non avanzi, non metti in campo quelle consapevolezze che possono cambiare lo scenario relazionale.


Guardarsi dentro produce quei cambiamenti relazionali che vuoi

"Mi sembra che non si vada mai da nessuna parte" – spiega Adriana, durante una lettura dei tarocchi. È la terza lettura che fa in tre mesi, per indagare diversi aspetti della sua relazione.


Le spiego che, se lei non cambia atteggiamento, se non lavora su di sé per crescere nelle relazioni, è chiaro che non si andrà da nessuna parte.


La sua relazione resterà sempre in porto, e non spiegherà mai le vele.

L'educazione sentimentale è un impegno verso te e gli altri

Ma quando parlo di educarsi, ascoltarsi, o lavorare su di sé, gli adulti storcono il naso.


Ecco perché, un po’ sconsolata e rammaricata di questo fatto (di cui io stessa ricevo gli echi, e le onde anomale, seppur distante dalle vite della mia clientela) mi sono commossa, leggendo Erotica dei sentimenti di Maura Gancitano.


Questo libro mi somiglia, nel tentativo e nel bisogno di dare agli adulti un cibo nuovo, quando parliamo di scoprire sé stessi. È possibile partire dalle basi, cercando di capire come funzioniamo.


"Erotica dei sentimenti": un libro necessario

Cito quelle parti del libro che, per me, hanno rappresentato una vera e propria boccata d’aria: «(…) la nostra vita emotiva è piena di imprevisti, insidie, scossoni, che avvengono quando meno ce lo aspettiamo, ed è possibile domandarsi perché non ci venga fornito un manuale di istruzioni. In effetti, la società si occupa della nostra formazione lavorativa, ci chiede di diventare attivi, indipendenti e performativi, ma non ci offre strumenti di fioritura per comprendere noi stessi e imparare a stare con le altre persone


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Un momento della presentazione di "Erotica dei sentimenti", con Maura Gancitano

Leggendo queste parole non ho resistito a esclamare ad alta voce: "ma un manuale di istruzione io l’ho creato. È Metodo Ascoltarsi, cara Maura" (ok, mi sono lasciata prendere dall’euforia).


In quanti stanno davvero facendo questo training per imparare a capire la propria vita emotiva, e per imparare a relazionarsi con gli altri? In-pochissime-persone.


Legendo, ritrovo valori comuni sul senso del conoscersi intimamente

Scrive ancora, Gancitano: «Da questa assenza [di strumenti, e di un manuale di instruzioni] derivano i problemi di salute mentale e la pressione causata dagli stereotipi e dalle aspettative sociali, Eppure, sceglieremmo un percorso educativo su pulsioni, emozioni e sentimenti che rendesse razionali tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono travolgenti? In realtà, l’idea di dover scegliere tra razionalità e irrazionalità è legata a un vecchio paradigma, da tempo messo in crisi dalle nuove scoperte sul funzionamento del cervello: non siamo né agiamo in modo totalmente razionale o irrazionale; invece emozione e pensiero si intrecciano sempre nel percorso di apprendimento, che si tratti di qualcosa che studiamo o di cui facciamo esperienza


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Serve un percorso di apprendimento emotivo

Gli adulti sono rimasti indietro. Reagiscono al mondo in modo sconnesso e rumoroso. Come invitare le persone a farsi carico di sé? È una bella sfida.


Prendere le coordinate del tuo mondo interiore: sai come funzioni?

Credo che il primo passo sia quello di far comprendere, a chi desidera guardarsi dentro, a che punto si trova. Questo è ad esempio l’obiettivo del Questionario che precede l’eventuale inizio di quel training emotivo che è Metodo Ascoltarsi.


Fra le tante domande del Questionario, chiedo:

  • Come ti comporti quando vai in ansia o sei piena, pieno di confusione?

  • Qual è l’emozione che, secondo te, provi più spesso?

  • Come ti comporti, quando devi comunicare un tuo bisogno?

  • Ti prendi mai del tempo per sviluppare la tua capacità di ascolto?

  • Quanto ti conosci?


Quando, dopo la compilazione del questionario, vedo la persona nei 30 minuti di call online che ha a disposizione, per valutare con me Metodo Ascoltarsi, emergono tantissime riflessioni.


Giulia Scandolara, metodo ascoltarsi, percorsi di ascolto online

"Queste domande mi hanno fatto capire che, quando si parla di emozioni, io non so ancora di cosa si tratta!", afferma Irene, che da poche settimane si è decisa: ha iniziato Metodo Ascoltarsi.

Tu sai a che punto sei? Quanto sei consapevole delle tue competenze emotive?

"Incredibile ma, nella parte del quastionario dedicata al riconoscimento dei bisogni… io mi sono persa. Non so capire davvero cosa voglio. Le domande del tuo questionario mi hanno messo all’angolo", afferma un'altra cliente.


Ecco, credo sia poi questo il punto: non tanto mettere all’angolo, ma far comprendere alle persone quanto poco ne sanno di sé stesse e di come funzionano.


Come si può pretendere che ad esempio arrivi l’amore giusto, se non si guarda dentro, per correggere magari la direzione, là dove serve?

Giulia Scandolara, percorso di ascolto online, "Erotica dei sentimenti", Metodo Ascoltarsi

Sai riconoscere ciò che ti muove?

Mi garba parecchio una riflessione che Gancitano scrive, in merito alle emozioni: «L’emozione (…) non è irrazionale, ma è un punto interrogativo sul mondo, qualcosa che ci coinvolge e ci muove, e dunque non provare emozioni – o convincersi di non provarle – non significa essere più intelligenti, più ragionevoli o più liberi di chi le prova».


Parole sante, direi.


Dal momento che le emozioni ci muovono, e ci chiedono di agire, come possiamo pensare di stare al mondo senza identificare con chiarezza il loro messaggio?

Proprio in relazione al guardarsi dentro, ma anche al costruire nuovo modi di stare con gli altri, modi più maturi e sani per noi, rifletto su un altro passaggio del libro: «(…) non solo il cervello segue la direzione che noi gli diamo, ma la sua struttura fisica può cambiare in base a come lo utilizziamo».


Capire il tuo mondo interiore serve a non agire inconsapevolmente

Ciò significa che, se non facciamo mai compiere al cervello una ginnastica emotiva (cosa sono emozioni, bisogni, sentimenti, come posso comunicare al meglio nelle relazioni) gran parte del nostro bagaglio emozionale resterà inespresso e in una condizione di abbandono acerbo.


Il rischio è quello di vivere secondo leggi altrui

Ma il rischio è anche un altro, spiega Gancitano: «Se fin dall’infanzia ci trasmettono l’idea che le femmine umane siano meno razionali dei maschi, e che questi ultimi abbiano una vita emotiva meno intensa e complessa rispetto alle femmine, saremo portati a usare il cervello assecondando queste idee, e il modo in cui ci comporteremo confermerà tali pregiudizi legati al genere in cui siamo stati socializzati».


In questo frangente, quanto può essere trasformativo, dirompente, fare un lavoro su di sé?


Quanto può essere utile per smantellare quelle idee vetuste, obsolete e limitanti, che le persone hanno in testa?

Un percorso su di te permette di vivere secondo i tuoi princìpi

Tutto ciò che pensiamo, infatti – stereotipi inclusi – va a costruire la narrazione interiore di ognuno di noi, narrazione che poi dà vita a un personalissimo mondo delle relazioni.


Ecco che allora, un lavoro su di sé è anche un modo per ridiscutere i canoni e le regole secondo cui ci muoviamo nel mondo. Cosa accade a una persona che non si guarda mai dentro? Cosa mette in scena, sul palco del suo mondo?


Come si vive, quando non ci si prende del tempo per intendere quali leggi emozionali e intellettive che ci governano?

Viviamo attraverso il pensiero maturato da altri. Altre persone che, mille mila anni fa, hanno ad esempio stabilito che le donne non possono guidare, o viaggiare da sole. Ma questo è solo un esempio.


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Vivere senza sapere cosa ti si muove dentro

Inconsapevoli che pensano di sapere tutto delle relazioni: questi sono gli adulti di oggi. Leggono sé stessi e gli altri secondo stereotipi che imbrigliano: "io sono uno scorpione, quindi...".


Immaginano le relazioni, erigendosi a saccenti traduttori del sentire altrui, quando a stento faticano a capire il proprio di sentire. E quindi ecco affermazioni sconvolgenti, come: "ma io so che lui vorrebbe dirmi che…". "Mi dice delle cose, ma so perfettamente che dentro prova altro".


Il disinteresse verso il tuo mondo interiore genera caos relazionale

Non solo è impressionante vedere persone vivono nel totale disinteresse verso ciò che si muove dentro la loro complessa intimità sentimentale. Ma è sconvolgente notare come, gli stessi inconsapevoli, presumano, deducano, si erigano a esperti… del mondo interiore della compagna o del compagno.


"Prova un sentimento nei miei confronti, ma se lo nega". Davvero?


Emozioni: in pochi le conoscono davvero

A proposito. Cos’è un sentimento, esattamente? Questo è ciò di cui parliamo del 2° step di Metodo Ascoltarsi.


Condivido anche una riflessione di Gancitano, a riguardo: «I sentimenti insorgono non solo dalle emozioni, ma da tutte le reazioni omeostatiche del corpo, e traducono nel linguaggio della mente lo stato vitale in cui versa l’organismo. Per questa ragione, i sentimenti sono percezioni legate alle variazioni del piacere e del dolore, e dipendono fortemente dalle nostre modalità di pensiero e dallo stile di elaborazione mentale. La quantità smisurata di dati che riceviamo in continuazione sul nostro (…) ci dice se stiamo bene o male, se dobbiamo allontanarci da una situazione (dolore) o avvicinarci (piacere)


Quanto si espande, il nostro mondo interiore, quando ci prendiamo la briga di respirarlo, e il tempo di guardarlo? Quanto lievita, aumenta, non solo la nostra capacità di sentire, ma anche la nostra abilità di leggerci dentro?


Di conseguenza avremo modo di maturare più consapevolezza in merito alle azioni giuste da intraprendere, per vivere secondo la nostra natura.


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In tutto questo, qual è il ruolo della crescita personale?

Guardo il panorama della crescita personale con disincanto. Osservo con sospetto tutti quei corsi che invitano ad andare molto lontano da sé e dalla realtà. Esempio...


Perché mai una persona dovrebbe imparare a canalizzare le voci angeliche, se ancora non sa come far vibrare la propria, di voce?


Il fatto – per me angosciante – è che le persone sono private di una necessaria educazione sentimentale del mondo adulto.

Desiderare la propria libertà emotiva

Ma perché dovremmo desiderare, bramare questo nutriente viaggio di scoperta personale?


Perché, senza comprenderci davvero, senza una reale conoscenza di noi stessi, non siamo davvero liberi e libere di decidere come relazionarci, ora con l’idea di noi stessi, ora con gli altri!


C'è un mare di persone bloccate nell'impossibilità di relazionarsi

Senza consapevolezza emotiva siamo schiavi di ciò che ci succede, di ciò che non sappiamo decifrare. Se non riusciamo a decifrare il nostro mondo interiore, non possiamo chiederci (e poi comprendere) cosa sia giusto per noi.


Siamo impossibilitati a riconoscere ciò che proviamo. Non possiamo elaborare idee, decidere come comportarci, stabilire, infine, cosa è corretto e adatto a noi, in relazione agli altri.


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Guardo con disincanto il mondo della crescita personale

Sembra che, questo tipo di necessità sia del tutto ignorato dal mondo della crescita personale, che ci vuole portare in alto, dagli angeli, o indietro nella storia, dalle streghe, per apprendere misteri officinali antichi.


Resta totalmente inevaso, intanto, il bisogno di sondare gli enigmi del nostro sentire. Cosa ce ne facciamo in ultima analisi, di quello che sentiamo?

Diventa tormento, ossessione d’amore, incapacità di relazionarsi, ora con gli altri, ora con sé. Diventa fuga dalla realtà, dal contatto con sé. È poi per tutte queste ragioni che, a lungo, mi sono chiesta cosa fosse davvero utile, alle persone.


Metodo Ascoltarsi: qualcosa di utile, in un mare di niente

Ci è utile fuggire da ciò che sentiamo? No. Ci serve capire come dare un volto e un nome al sentire. Rimette a posto, a partire da dentro, capire di cosa siamo pieni. E questo, inoltre, risparmia a molti la paura del vuoto, un vuoto che spesso si trasforma in ansia o in attacco di panico.


Oltre a consigliare la lettura di Erotica dei sentimenti, mi rivolgo a chi legge con alcune domande determinanti.


  • Quanto ti stai occupando del tuo mondo interiore?

  • Se lo stai facendo, perché rimandi?

  • Hai una vaga idea del prezzo che si paga, quando non ci si occupa del proprio mondo interiore?


Giulia Scandolara - Tarologa professionista, Gestalt e Art Counselor


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